Cuore delle attività promosse da Isola Edipo, il Premio Inclusione e Sostenibilità Edipo Re è un premio collaterale ufficiale della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
La motivazione
Il Premio nasce per sostenere la distribuzione nelle sale italiane di opere cinematografiche dall’alto spessore artistico e culturale, capaci di diffondere uno sguardo inclusivo e sostenibile sia da un punto di vista umano che ambientale.
La selezione
Il premio viene attribuito a un film selezionato tra 12 titoli, selezionati dalla direzione artistica, provenienti da 4 sezioni diverse e in concorso nell’edizione corrente della Mostra del Cinema di Venezia quali: Concorso Internazionale, Orizzonti, Settimana Internazionale della Critica e Giornate degli Autori.
Le giurie
A conferire il Premio è una giuria di 3 intellettuali e artisti selezionati in occasione di ogni edizione dalla direzione artistica. A partire dall’edizione 2023, grazie alla partecipazione di Ca’ Foscari, la giuria ufficiale sarà accompagnata da una giuria giovani composta da 7 studenti e studentesse di cinema.
L’architettura
Il Premio della Giuria Ufficiale consiste in una presentazione in anteprima del film vincitore in 4 differenti città italiane, e nel sostegno nella comunicazione, in occasione della distribuzione ufficiale del film in Italia, da parte di MYMOVIES, il sito di cinema più seguito nel nostro paese. Ogni proiezione viene realizzata in stretta collaborazione con istituzioni culturali di rilievo che ne facilitano la ricezione al pubblico.
MILANO: in collaborazione con La Biennale e Agis
ROMA: in collaborazione con La Biennale e Anec
SIENA: in collaborazione con l’Università degli Studi di Siena
PALERMO: in collaborazione con il Centro Sperimentale
NAPOLI: in collaborazione con il Astra Doc
Il film premiato dalla Giuria Giovani sfrutterà gli spazi di proiezione gestiti da alcune Università italiane, tra cui la stessa Ca’Foscari.
“Un film che affronta il tema dell’identità e delle sue molteplici declinazioni attraverso un immaginario originale e profondamente simbolico e una ricerca di linguaggio innovativo. Il registro surreale e a tratti grottesco adottato dal regista Luis Ortega illumina tematiche quali la mutazione, la trasformazione e la rinascita, incarnate da un protagonista sui generis, il fantino multiforme interpretato da Nahuel Perez Biscayart. Ci auguriamo che la stessa libertà espressiva possa continuare a sopravvivere nel futuro incerto del cinema argentino.”
“Un film affascinante che affronta il tema, raramente rappresentato, dello storico sfruttamento dei lavoratori haitiani nella Repubblica Dominicana deprivati dei diritti fondamentali. Senza tralasciare la dimensione spirituale insita nella cultura haitiana, lo sguardo della regista Johanne Gómez Terrero rivela una sorprendente potenza visuale, allegorica e sensoriale con una sapiente direzione di attori.”
Davide Lorenzo Bignotti, Francesca Cerchiari, Chiara Guarino, Anita Incastori, Marta Pancino, Stefano Patrone, Emma Sist
“Un film a metà strada tra finzione e documentario, crocevia di istanze sociali, politiche, di genere e storiche, che dà uno sguardo autentico e toccante sulla realtà di un popolo intento a riflettere sul suo passato per comprendere il suo presente con una forza del tutto universale.
Sugar Island racconta le traversie di un popolo che tramite il lavoro sulla propria terra ricerca un’identità personale per continuare ad autodeterminarsi.”
Consapevoli del fatto di avere più bisogno noi di questo film che questo film di noi, abbiamo deciso di premiare “Io, Capitano” di Matteo Garrone. Nella cornice sociopolitica contemporanea, questo film racconta – con uno sguardo scevro da white saviorism e pornografia del dolore – l’insostenibilità della vita umana di chi migra verso l’Europa: milioni di corpi ogni anno che nei racconti occidentali vengono svuotati della loro individualità e dignità. Garrone riesce a rendere la migrazione una storia di persone e non di numeri permettendoci di entrare in contatto diretto con la lingua, la vita e la cultura dei protagonisti, senza mai trascendere nella romanticizzazione e feticizzazione di una società a noi lontana. La figura del capitano – da cui il titolo – ci riporta al reale senso che questo termine dovrebbe avere ma che negli ultimi anni è stato ripetutamente tradito dalla politica: il ruolo di un capitano è infatti quello di non lasciare indietro nessuno. Come Premio per l’Inclusione e la sostenibilità Edipo Re, che nasce proprio su una barca che a fine anni 40 ha portato in salvo esuli istriani, ci troviamo completamente in linea con l’idea politica che questo film porta con sé. In un periodo storico in cui le ONG che salvano vite nel mediterraneo vengono criminalizzate, questo film ci ricorda quanto ogni persona meriti diritto d’asilo e soprattutto diritto alla vita, alla sua bellezza e alle sue possibili forme.
Vittoria Caporali, Sofia Coppola, Beatrice Grasso, Isabel Musoni, Matilda Stefanini, Matteo Tonelli , Mattia Giusto Zanon
“Per la delicatezza con cui il film ha affrontato il rapporto tra umani e natura, suscitando forte empatia nei confronti dei personaggi. Per l’eleganza nel rappresentare la quotidianità di una comunità, la cui storia si fa universale in quanto esemplificativa delle dinamiche di forza presenti nella nostro contemporaneo.
Il film è la dimostrazione che non si può ridurre la realtà a un mero dualismo buoni/cattivi, ma si propone invece di restituirne la complessità. Ognuno dei personaggi rappresentati, al di là del carattere e della singolarità, è un prodotto del proprio contesto e l’incontro diventa fondamentale per prendere coscienza e ampliare le proprie prospettive. La giuria giovani conferisce il premio Inclusione e sostenibilità Edipo Re a “Evil does not exists” di Ryosuke Hamaguchi.”
Una scrittura di asciutta perfezione racconta, con la potenza di una tragedia greca, il filo inscindibile e spaventoso che lega una madre a una figlia. Un delitto, un processo, lo sguardo emozionante su una femminilità dilaniata dallo scontro tra due culture. Le donne sono chimere di un mondo feroce, che non concede scampo.
In Vera sogna il mare, Kaltrina Krasniqi riesce a dare forma a una materia personale dolorosa, senza mai rinunciare alla vitalità del racconto. E costruisce il ritratto commovente di una donna, che ci appare proprio come il suo nome suggerisce, vera, tanto nella sua difficoltà iniziale quanto nel suo riscatto. Una vita comune che, come succede al cinema, diviene per tutti noi memorabile.
Al Garib riesce nell’impresa di raccontare una doppia marginalità, quella di un popolo e quella di un individuo rispetto al suo stesso popolo. I dettagli su cui Ameer Fakher Eldin si concentra, per la loro eleganza e per il nitore delle immagini, ci sono rimasti intatti nella memoria dopo molte ore, ancora a distanza di giorni dalla visione, e siamo certi che dureranno a lungo.
Per la compiutezza del racconto e per l’ironia, per la capacità di mostrare il mondo da diversi piani e diversi sguardi, grazie al paradosso che rende tutti i problemi più profondi.
La guerra, la fuga, ma anche il cinismo che l’arte può avere nel racconto delle tragedie degli altri, e la libertà degli esseri umani di scegliere il proprio destino.
The man who sold his skin è un fil complesso, divertente e e liberatoorio, che merita di fare la sua grande strada nei cinema di tutto il mondo
Per la sorprendente forza espressiva e la capacità di tenere insieme toni tragici e commedia.
Con un personaggio che incarna l’originale compresenza, inevitabile nella vita di tutti, di colpa e redenzione, bene e male, fede e simulazione, inganno e verità.
Per la sorprendente forza espressiva e la capacità di tenere insieme toni tragici e di commedia. Con un personaggio che incarna l’originale compresenza, inevitabile nella vita di tutti, di colpa e redenzione, bene e male, fede e simulazione, inganno e verità.