Il Cinema dell’Inclusione tra visione e formazione

Uno spazio di approfondimento annuale promosso da Isola Edipo con la collaborazione di Giornate degli Autori e la partecipazione di Fondation Cartier pour l’art contemporain, dedicato all’indagine del rapporto tra cinema e inclusione attraverso l’incontro con alcuni dei maestri e delle maestre del cinema internazionale.

Tale finestra, rivolta a un pubblico eterogeneo composto da studenti di cinema, arte, stampa, frequentatori del Festival e pubblico presente sul territorio, prevede la selezione di uno o più opere dell’artista designato per l’anno in corso accompagnata da una masterclass.

Frederick Wiseman

Per la necessaria e instancabile capacità di osservare e raccontare l’architettura delle istituzioni mettendone in luce contraddizioni, disparità e possibilità. La sua abilità nello svelare pratiche agite e o subite dai singoli e dalle collettività, costituisce da decenni un’indispensabile strumento di conoscenza per il pubblico del mondo intero.

Raymond Depardon

Per la capacità di esercitare nel tempo uno sguardo capace di evidenziare attraverso il racconto di paesaggi di nature diverse, percorsi di liberazione e contesti di negazione attraverso un esercizio del linguaggio cinematografico e fotografico stupefacenti.

Margarethe Von Trotta

Per la capacità di aver da subito saputo raccontare, attraverso uno sguardo cinematografico sempre rigoroso e sorprendente, la Storia e le storie con gli occhi delle donne, restituendo le tensioni e le contraddizioni di una prospettiva troppo a lungo rimossa o tradita.

Liliana Cavani

Per la costante e sempre ferma capacità di saper raccontare le radici della nostra storia e della nostra cultura senza retorica e senza soffrire il peso del giudizio morale, mantenendo viva la contraddizione: spazio ricco e creativo, all’interno del quale ha saputo ritrarre le donne, la resistenza, la morte, la scienza e la religione, attraverso un ritratto sempre complesso di incontro reale tra possibili forme di realtà.

2021 SPECIAL EDITION

Michele Placido, Julia Von Heinz, Oliver Guerpillon, Jaco Van Dormael, Michel Winterbottom

Per la capacità di aver saputo unire un mondo diviso dalla pandemia, restituendo la percezione di un orizzonte composito e consapevole ai nostri occhi feriti.

Michele Placido, Julia Von Heinz, Jaco Van Dormael, Olivier Guerpillon e Michael Winterbottom con Isolation, attraverso la creazione di una costellazione di visioni caratterizzata dall’espressione di diverse identità cinematografiche, compiono un atto di inclusione indispensabile ai nostri tempi e al cinema che li attraversa.

Artavazd Pelechian

Per essere custode di uno sguardo indipendente e integro a fronte di una realtà dilaniata che tende  schiacciare l’immaginario su un’unica visione totale. E per la capacità di saper raccogliere e cucire addosso a un mondo affossato nel frastuono della catastrofe, una forma di salvifica armonia tra esseri viventi e ambiente.

Morzaniel Ɨramari

Morzaniel Iramari (nato nel 1980, Watoriki, Brasile) è uno dei primi artisti yanomami ad avvicinarsi al cinema. Si è formato come regista grazie al progetto Video nas Aldeias (Video in the Villages Project), una ONG brasiliana che si dedica al rafforzamento dei diritti degli indigeni attraverso la produzione audiovisiva. Nel suo film più recente, Mãri hi – The Tree of Dream, presenta il sapere Yanomami relativo all’interpretazione dei sogni attraverso le parole del grande sciamano Davi Kopenawa accanto a una rappresentazione evocativa e poetica della foresta.

Il Popolo Yanomami in Brasile

Il popolo Yanomami in Brasile

Gli Yanomami sono un popolo indigeno di cacciatori-raccoglitori e orticoltori dediti al debbio, pratica anche definita “taglia- e-brucia”, che conta circa 54.000 persone. Occupano un territorio di 220.000 km2 situato nell’Amazzonia settentrionale, da entrambi i lati del confine tra Venezuela e Brasile, che rappresenta quasi l’1,5% della foresta tropicale ancora conservata sul pianeta. Nell’estremo nord dell’Amazzonia brasiliana ci sono 27.000 Yanomami. Il loro territorio, leggermente più grande del Portogallo, è stato legalmente riconosciuto con decreto presidenziale nel maggio 1992. Questi “abitanti della foresta” (urihi thëri thë pë in Yanomami) sono quindi uno dei grandi popoli amazzonici, la cui voce e conoscenza sono particolarmente importanti da ascoltare. Parallelamente alla lotta che conducono per contrastare l’invasione delle loro terre da parte dei cercatori d’oro e in difesa del riconoscimento dei loro diritti, diversi artisti yanomami hanno iniziato a sensibilizzare il mondo alla ricchezza delle loro tradizioni e della bellezza del loro modo di vivere.

Il Cinema Yanomami

Il cinema Yanomami

Nonostante la popolazione Yanomami sia conosciuta nel mondo attraverso le immagini che la ritraggono, la loro produzione audiovisiva è cominciata nel 2010 attraverso l’attivazione di un progetto didattico promosso dal Centro di Cultura Indigena del Ministero della Cultura del Brasile, in partnership con la scuola Video nas Aldeias. È a partire da questo progetto, che ha formato innumerevoli registi indigeni in Brasile, che Morzaniel Ɨramari ha cominciato la sua produzione cinematografica come regista nella casa collettiva di Watorikɨ, nella regione di Demini nella terra indigena degli Yanomani, realizzando il film House of the Spirits – Xapiripë yanopë lo stesso anno. Nel 2014 quindi, ha realizzato il suo primo lungometraggio Urihi haromatimapë – The Forest-land Healers. Entrambi i film sono stati selezionati e premiati in numerosi festival in tutto il mondo. Il punto di vista di Morzaniel rivela con grazia, poetica e vigore la vita quotidiana degli Yanomami attraversata costantemente da una relazione costante con lo sciamanesimo.

Nel 2016 è stato fondato il Núcleo Xapono Audiovisual Xapono” (NAX) nella regione del fiume Marauiá, nella terra indigena Yanomami all’incirca a 300 chilometri dalla casa di Watorikɨ. Finanziato da un’azione collettiva dell’associazione Yanomami Kurikama attraverso il coinvolgimento di molti giovani uomini e giovani donne, NAX ha prodotto da allora 14 cortometraggi dedicati alla rappresentazione della loro cultura, dei saperi sciamanici e delle loro pratiche tradizionali.

La più recente produzione cinematografica Yanomami è stata realizzata da un gruppo di giovanissimi parte del “Collettivo di comunicatori Yanomami” formato dall’associazione Yanomami Hutukara impegnata nella produzione sia di materiali destinati alla popolazione Yanomami sia destinati a un pubblico non indigeno, al fine di rendere sempre più comprensibile e conosciuta la cultura Yanomami, i suoi saperi e soprattutto, per far conoscere la lotta che gli Yanomami conducono per il loro diritti, conferendo a questa lotta un nuovo punto di vista, e favorendo la circolazione dei saperi tradizionali tra i più giovani e i più anziani.

Attraverso la partnership tra Hutukara e la società di produzione Aruac Film, che promuove la didattica audiovisiva tra i giovani della regione del Demini, sono stati prodotti tre nuovi cortometraggi: Mãri hi – The Tree of Dream di Morzaniel Ɨramari; Thuë pihi kuuwi - A Woman Thinking e Yuri u xëatima thë - The Fishing with Timbó', entrambi realizzati da by Aida Harika, Roseane Yariana e Edmar Tokorino.

I film diretti dagli Yanomami svelano la produzione di un nuovo immaginario e una nuova narrazione degli stessi Yanomami, dando enfasi alla loro bellezza e alla loro raffinata conoscenza della foresta. I film sono un mezzo per proteggere la propria immagine e per fare in modo che i non indigeni possano conoscere gli Yanomami e la loro cultura in un modo nuovo, imparando a rispettare la cultura Yanomami.

I Protagonisti

I Protagonisti

Morzaniel Iramari Morzaniel Iramari (nato nel 1980, Watoriki, Brasile) è uno dei primi artisti yanomami ad avvicinarsi al cinema. Si è formato come regista grazie al progetto Video nas Aldeias (Video in the Villages Project), una ONG brasiliana che si dedica al rafforzamento dei diritti degli indigeni attraverso la produzione audiovisiva. Il suo primo cortometraggio, House of Spirits (co-diretto con Dario Kopenawa), è stato realizzato nel 2010. Il lungometraggio Earth- Forest Healers (2014) ha vinto il premio come miglior film al festival Forumdoc.BH. Ha partecipato alla Quarta Settimana dei Registi di Rio de Janeiro (2014) e alla Biennale del Cinema Indigeno di San Paolo (2016). Ha coordinato la comunicazione per l’associazione brasiliana Yanomami Hutukara. Ha partecipato alle riprese The Falling Sky (in uscita), diretto da Eryk Rocha e Gabriela Carneiro da Cunha e basato sull’omonimo libro di Davi Kopenawa e Bruce Albert. Il film Mãri hi – The Tree of Dream (2023) è stato presentato in anteprima internazionale allo Sheffield Doc Fest (Regno Unito) e ha vinto il premio per il miglior cortometraggio documentario nel concorso brasiliano dell'É Tudo Verdade / It's All True - 28° Festival Internazionale del Cinema Documentario, qualificandosi così per concorrere alle nomination agli Oscar 2024 per il miglior cortometraggio documentario

In collaborazione con Fondation Cartier pour l’art contemporain, i film realizzati da Morzaniel sono proiettati all’interno delle esposizioni: 'The Yanomami Struggle' a The Shed (NY), e ‘Siamo Foresta’ presso Triennale Milano (Italy).

Il cinema di Morzaniel Ɨramari è un viaggio immersivo all’interno dell’universo sciamanico Yanomami. Il suo primo film House of the Spirits – Xapiripë yanopë presenta la casa Watorikɨ che letteralmente significa “montagna nel vento” che per gli Yanomami è il luogo in cui vivono gli spiriti, ed è anche il luogo in cui lo stesso regista è nato. In questo film, intreccia sciamesimo e attività di tutti i giorni nella comunità per introdurre il mondo e la realtà Yanomami a un pubblico non indigeno. Il suo secondo film Urihi haromatimapë – The Forest-land Healers, è un invito al rituale sciamanico che riunisce diversi sciamani Yanomami attorno a un gesto di cura della terra violata e ammalata dai non indigeni. La fotografia di Morzaniel elabora un tempo e uno spazio che consentono allo spettatore di danzare accanto ai corpi esili degli sciamani. Nel suo film più recente, Mãri hi – The Tree of Dream, presenta il sapere Yanomami relativo all’interpretazione dei sogni attraverso le parole del grande sciamano Davi Kopenawa accanto a una rappresentazione evocativa e poetica della foresta.

Ana Maria Machado è lábrate in Antropologia sociale. Ha lavorato per più di vent’anni con le popolazioni indigene del Brasile e nello specifico, lavora con la popolazione indigena Yanomami dal 2007. Parla con proprietà la lingua Yanomami e quella Sanöma.

Tra il 2007 e il 2012 ha lavorato per la Commissione Pró Yanomami (CCPY) e per l’ Instituto Socioambiental (ISA) nel programma educativo Yanomami. Dal 2010 e il 2014 ha lavorato come consulente di ricerca Yanomami per la comunità Watorikɨ community realizzando ricerca sullo sciamassimo in collaborazione con Morzaniel Ɨramari.

È referente e supporto per gli artisti Yanomami Ehuana Yaira e Joseca Mokahesi.

In partnership con Fondation Cartier pour l’art contemporain, supporta gli artisti Yanomami in contesti che valorizzano l’arte indigena contemporanea. Come membro del Rede Pró Yanomami, collabora con la Hutukara Yanomami Association e impegnata nella denuncia degli abusi inflitti dai predatori delle miniere d’oro e combatte contro la violazione dei diritti umani degli Yanomami e della loro terra.

Film Presentati

Urihi Haromatimapë – Earth-Forest Healers

Anno: 2014

Durata: 60 min

Diretto da: Morzaniel Ɨramari

Prodotto da: Hutukara Associação Yanomami (HAY), Instituto Socioambiental (ISA), Observatório da Educação Escolar Indígena da Universidade Federal de Minas Gerais (UFMG)

Sinossi: I tuoni ci stanno mettendo in guardia: “la Terra è malata”. Per curarla, Davi Kopenawa raggruppa numerosi sciamani Yanomami da diverse regioni del territorio. Con l’aiuto del cibo degli spiriti, la polvere yãkoana, cureranno le malattie causate dalle città e il malessere generato dai bianchi.

Xapiripë Yanopë – House of Spirits

Anno: 2010

Durata: 24 min

Diretto da: Morzaniel Ɨramari, Dario Kopenawa

Prodotto da: Associação de Cultura e Meio Ambiente, Vídeo nas Aldeias, Rede Povos da Floresta, Federação das Organizações Indígenas do Rio Negro (FOIRN) Con il supporto di: Fundação Nacional dos Povos Indígenas (FUNAI), Ministério da Cultura/ Pontos de Cultura

Sinossi: Un’incursione intima e soggettiva nell’iniziazione di un giovane sciamano Yanomami nel villaggio di Demini, che impara a comunicare con gli “xapiri pë" (spiriti), alimentandoli con la polvere yãkoana (cibo degli spiriti).

Mãri hi – The Tree of Dream

Anno: 2023

Durata: 17 min

Diretto da: Morzaniel Ɨramari

Prodotto da: Aruac Filmes Coproduttore: Hutukara Associação Yanomami

Produttore associato: Gata Maior Filmes

Sinossi: Quando i fiori dell’albero Mãri sbocciano, sorgono i sogni. Le parole del grande sciamano Davi Kopenawa guidano un’esperienza onirica nella sinergia tra cinema e sogno Yanomami, presentando la poetica e gli insegnamenti dei popoli della foresta.

I Cortometraggi dei Registi che accompagnano l'Approfondimento

Yuri u xëatima thë - Fishing with Timbó

Anno: 2023

Durata: 10 min

Diretto da: Aida Harika, Edmar Tokorino and Roseane Yariana

Prodotto da: Aruac Filmes Coproduttore: Hutukara Associação Yanomami

Produttore associato: Gata Maior Filmes

Sinossi: Due giovani registi Yanomami descrivono la pratica della pesca con il timbó, una vite tradizionalmente usata per stordire i pesci. La combinazione di voci e prospettive nel film suggerisce il re-incanto delle immagini come modo di narrare.

Aida Harika, Edmar Tokorino and Roseane Yariana

Anno: 2023

Durata: 9 min

Diretto da: Aida Harika, Edmar Tokorino and Roseane Yariana

Prodotto da: Aruac Filmes

Coproduttore: Hutukara Associação Yanomami

Produttore associato: Gata Maior Filmes

Sinossi: Una donna Yanomami osserva uno sciamano durante la preparazione di Yãkoana, il cibo degli spiriti. Attraverso il racconto di una giovane donna, il Yãkoana che nutre Xapiri e consente agli sciamani di entrare nel mondo degli spiriti, propone anche un incontro di prospettive e immaginari.

I registi yanomami Aida Harika (n. 1998, Watorikɨ [Demini]) e Edmar Tokorino (n. 1986, Watorikɨ [Demini]) vivono nel villaggio di Watoriki. Fanno parte di un collettivo Yanomami avviato nel 2018 da Hutukara Associação Yanomami, con il supporto dell’Instituto Socioambiental. Dal 2021, Harika e Tokorino hanno partecipato a diversi workshop per la produzione di video e cortometraggi, riflettendo un crescente interesse per i nuovi media. I primi due cortometraggi co-diretti insieme sono mostrati qui per la prima volta. Anche Roseane Yariana (nata nel 1999, Watorikɨ [Demini]) ha partecipato al workshop audiovisivo nel 2018. Vive nel villaggio di Buriti ed è figlia dell’artista Joseca Mokahesi, le cui opere sono anch’esse parte di questa mostra. I tre registi hanno partecipato alle riprese di The Falling Sky (in uscita), diretto da Eryk Rocha e Gabriela Carneiro da Cunha e basato sul libro di Davi Kopenawa e Bruce Albert. Yuri u xëatima thë - The Fishing with Timbó and Thuë pihi kuuwi- A Woman Thinking sono i loro primi film come registi

In collaborazione con Fondation Cartier pour l’art contemporain, i film di films di Aida Harika, Edmar Tokorino e Roseane Yariana sono proiettati all’interno delle esposizioni:'The Yanomami Struggle' al The Shed (NY) e Siamo Foresta’ presso la Triennale di Milano (Italy).

I Produttori

Nella sua continua esplorazione di nuove geografie estetiche e culturali, la Fondation Cartier pour l’art contemporain continua ad allargare lo spazio dell’arte contemporanea ad artisti indigeni di tutto il mondo. L’istituzione ha stabilito, nel corso degli anni, un rapporto speciale con gli artisti Huni Kuin e yanomami dell’Amazzonia, nonché con gli artisti Nivaklé e Guaraní del Chaco paraguaiano. Oltre all’America Latina, ha esposto anche molti artisti indigeni contemporanei provenienti da Stati Uniti, India e Australia. Presentando le loro opere, la Fondation Cartier pour l’art contemporain sottolinea il legame essenziale tra questi popoli e i loro territori. Le loro tradizioni immemorabili di uguaglianza tra esseri umani e non umani ci invitano a ripensare, sul loro esempio, nuove forme di convivenza terrestre tra esseri viventi. Questi incontri con universi estetici e metafisici autoctoni hanno dato vita a opere originali e mostre inaspettate, che la Fondation Cartier condivide con un pubblico sempre più vasto in Francia e all’estero. Quest’anno, la Fondation Cartier unisce le forze con le principali istituzioni internazionali dedicate alla creazione contemporanea per presentare una serie di grandi mostre che incarnano il suo impegno su questo tema: La Lotta Yanomami allo Shed (New York), Mirdidingkingathi Juwarnda Sally Gabori (Parigi e Milano) e Siamo Foresta presso Triennale Milano (Milano).

Vent’anni fa la Fondation Cartier ha organizzato un’esposizione pionieristica a Parigi con gli Yanomami intitolata “Spirito della foresta” (2003) che ha favorito lo sviluppo di un dialogo estetico e metafisico senza precedenti tra un gruppo di artisti internazionali e gli sciamani Yanomami della comunità Watorikɨ.

Il dialogo tra la Fondation Cartier e gli Yanomami ha continuato a evolversi nel corso degli anni, intrecciando un vasto network di idee e opere d’arte. A partire dal 2003, artisti contemporanei Yanomami hanno partecipato a numerose esibizioni organizzate da Fondation Cartier a Parigi e nel resto del mondo: Native Land, Stop Eject (2008), Mathematics: A Beautiful Elsewhere (2011), Show and Tell (2012), Vivid Memories (2014), The Great Animal Orchestra (2016), Trees (2019), Claudia Andujar, The Yanomami Struggle (2020), Living Worlds (2022), The Yanomami Struggle (New York, USA) e Siamo Foresta (Milan, Italy) nel 2023.

Regista nato in Brasile nel 1978, fondatore dell Aruac Filmes, una società indipendente di produzione cinematografica brasiliana. Laurato nel 2002 alla scuola di cinema Los Baños, a Cuba, dove ha diritto il suo primo lungometraggio: ROCHA QUE VOA (Stones in the Sky).

Il film ha avuto la sua prima mondiale alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonti, ed è stato selezionato a Rotterdam, Locarno e altri importanti festival, vincendo premio come Miglior film in Brasile, Argentina e Cuba.

I suoi altri lavori - tra cui TRANSEUNTE (Passerby) (2011), JARDS (2013); CAMPO DE JOGO (Sunday Ball) (2016); BREVE MIRAGEM DE SOL (Burning Night) (2019); EDNA (2021) - hanno vinto numerosi premi a prestigiosi festival come Cannes, Telluride, Sundance, New Directors / New Films MoMa, Documentary Fortnight, Locarno, Visions du Réel, CPH:DOX, Fid Marseille, BFI London, RIDM Montreal, Havana, Guadalajara, BAFICI, e Amsterdam.

I suoi film sono distribuiti inoltre su alcune delle maggiori piattaforme come Netflix, Globoplay e Amazon Prime. Parte dei suoi lavori sono stati acquistati dal MoMA e sono stati inseriti all’interno della collezione permanente del museo.

CINEMA NOVO (2016), il suo settimo lungometraggio, ha ricevuto his seventh feature film, L’Oeil d’Or for Best Documentary al Festival di Cannes.

Attualmente, Eryk Rocha, sta lavorando alla realizzazione di un nuovo lungometraggio: 'The Falling Sky' co diretto con Gabriela Carneiro da Cunha, e prodotto da Aruac Filmes, co prodotto con Hutukara Associação Yanomami ed è una co produzione tra Brasile e Italia.

Gabriela Carneiro da Cunha è un’artista brasiliana impegnata nella realizzazione di performance, nella direzione di film, nella ricerca e nello sviluppo di pratiche artistiche di natura politica. È partner della società di produzione Aruac, una società indipendente di produzione cinematografica e creatrice di Margins Project - On Rivers, Buiúnas and Fireflies, un progetto multilingue dedicato alla creazione artistica basata sull’ascolto della testimonianza dei brasiliani che vivono sulle rive dei fiumi segnati dalla catasfrofe.

Il suo soggetto “Altamira 2042” è stato inserito in molti festival, come per esempio il Wiener Festwochen e il Festival d'Automne a Parigi. Nella sua carriera teatrale, ha lavorato con registi come Ariane Mnouchkine, Georgette Fadel, Felipe Vidal, Ivan Sugahara, Celina Sodré, Isaac Bernart e Pedro Brício.

Per quanto riguarda l’ambito cinematografico, ha lavorato come regista, produttrice, sceneggiatrice, assistente e attrice. I suoi lavoro - come per esempio “Edna” (2021) - sono circolati in più di 50 festival nel mondo come ad esempio Telluride, Doc NY, RIDM, Porto Postdoc e hanno ricevuto numerosi riconoscimenti in Chile, Francia, Italia, Messico, Argentina, Turchia e Brasile. Ha ricevuto un premio come miglior attrice al Festival di Rio per la sua parte nel film "Anna" di Heitor Dhalia.

In questo momento Gabriela sta preparando il suo prossimo lavoro teatrale con Tapajós River che sarà presentato in anteprima nel 2024 come una coproduzione del Teatro Vidy. In collaborazione con Eryk Rocha, sta lavorando alla realizzazione e alla produzione del film The Falling Sky, con Aruac Filmes, co prodotto dalla Hutukara Associação Yanomami in una co-produzione Brasile- Italia.

Proiezioni

Earth-Forest Healers

Urihi Haromatimapë di Morzaniel Ɨramari 60 min, 2014

House of Spirits

Xapiripë Yanopë di Morzaniel Ɨramari 24 min, 2010

The Tree of Dream

Mãri hi di Morzaniel Ɨramari 17 min, 2023

Fishing with Timbó

Yuri u xëatima thë di Aida Harika, Edmar Tokorino and Roseane Yariana 10 min, 2023

A Woman Thinking

Thuë pihi kuuwi di Aida Harika, Edmar Tokorino and Roseane Yariana 9 min, 2023

Soundwalk Collective e Patti Smith

“Correspondences” è un progetto in continua evoluzione tra Soundwalk Collective e Patti Smith. Da oltre 10 anni attraversa una ricchezza di geografie e ambienti naturali, dove gli artisti hanno scoperto passi sonori lasciati da poeti, registi, rivoluzionari e l’impatto del cambiamento climatico.

Isola Edipo è il luogo perfetto di approdo per Patti Smith e il fondatore del Soundwalk Collective, Stephan Crasneanscki che hanno nominato le tracce del loro EP “Correspondences Vol. 1” “Pasolini” e “Medea”. Questi due brani sono viaggi audiovisivi che provocano riflessioni e conversazioni su cinema e poesia. La connessione tra la cantautrice, poetessa, fotografa e pittrice Patti Smith e Pier Paolo Pasolini è profonda e nasce attraverso il cinema.

Il Progetto

Il Progetto

Il fondatore del Soundwalk Collective, Stephan Crasneanscki, ha esplorato, catturato e raccolto i suoni dei luoghi più remoti del mondo per risvegliare una memoria sonora all'interno del paesaggio, scoprendo tracce di storie passate e presenti del mondo in cui viviamo. Le composizioni sono fatte di suoni che riflettono la nostra relazione con questo mondo, l'ambiente, l'anima della nostra esistenza e il processo creativo dell'artista. Inizialmente composti come lunghe riprese itineranti, colonne sonore per un film invisibile, Stephan ha portato queste registrazioni a Patti Smith, dando nuovi paesaggi per canalizzare la sua visione poetica. Questo rapporto iniziato durante un incontro casuale su un aereo - è stata modellato dalle loro corrispondenze: conversazioni in corso con l'intenzione di riflettere sulla vita e la natura. Per CORRESPONDENCES, la loro collaborazione si concentra su otto pezzi unici che invertono il rapporto tra suono e immagine. Il suono è venuto prima, e solo allora si sarebbe trovata un'immagine per raccontare la storia della musica, montata visivamente su ogni colonna sonora. Esplorando l'impatto distruttivo delle pistole sismiche e delle interazioni umane negli oceani, della resilienza della natura dopo il disastro di Chernobyl, delle società decentralizzate immaginate da Peter Kropotkin fino ai deserti dell'ultima notte di Pasolini: i pezzi presentati diventano viaggi audiovisivi che stimolano la riflessione.

"Correspondences” è iniziato con lunghe conversazioni passeggiando per strada. Una flânerie in diverse città dove abbiamo trascorso del tempo insieme. Quelle discussioni hanno ispirato i miei futuri viaggi. Preferisco andare in un luogo e lasciare che il suono detti il mio tempo e spazio. Tengo mente e cuore aperti, è un momento da cogliere con attenzione. Non sono un musicista, vengo dalla registrazione sul campo e dall'arte sonora, spesso lascio che il suono guidi lo sviluppo di una traccia. Spesso si parte con un suono in mente, ma un altro può prendere lo spazio udibile, e questa sovrapposizione crea una musicalità, un potenziale, una direzione." - Stephan Crasneanscki -

"È un ascoltatore meraviglioso, capace di apprezzare cose semplici come il suono dei ciottoli che si scontrano, un suono che ha incontrato nei suoi vagabondaggi globali su vari sentieri, continua riflettendo sulle sue registrazioni dei passi di Jean-Luc Godard nella neve e altri tali tesori. Ascoltare diventa un modo profondo di connettersi con noi stessi, di sentire il nostro stesso sangue, poiché porta la conoscenza dei nostri antenati”. Patti Smith.

Gli Artisti

Gli Artisti

Soundwalk Collective
Soundwalk Collective è la piattaforma contemporanea di arti sonore del fondatore e artista Stephan Crasneanscki e del produttore Simone Merli. Lavorando con una costellazione rotante di artisti e musicisti, sviluppano progetti sonori specifici per sito e contesto attraverso cui esaminare temi concettuali, letterari o artistici. Evolvendosi lungo linee multidisciplinari, il Soundwalk Collective ha coltivato collaborazioni creative a lungo termine con la musicista Patti Smith, il defunto regista Jean-Luc Godard, la fotografa Nan Goldin, la coreografa Sasha Waltz e l'attrice e cantante Charlotte Gainsbourg, tra gli altri. In questo modo, la loro pratica coinvolge il potenziale narrativo del suono attraverso media come installazioni artistiche, danza, musica e cinema. Un approccio artistico unico al suono unisce le diverse forme in cui lavora il Soundwalk Collective. Sia nella composizione originale che nell'uso di registrazioni d'archivio, trattano il suono come materiale sia tattile che poetico. Questo permette loro di creare narrazioni stratificate che affrontano idee di memoria, tempo, amore e perdita. La loro ultima colonna sonora originale per 'All The Beauty and the Bloodshed' (dir. Laura Poitras) ha vinto il Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia 2022. Nel 2024, presentano ‘Correspondences’, una nuova mostra e performance con Patti Smith presso la Onassis Foundation di Atene, il BAM di New York e il museo d'arte contemporanea CCB di Lisbona, che intreccia un viaggio audio-visivo attraverso letteratura, arte, filosofia e lo stato attuale del nostro pianeta in reazione all'impatto del cambiamento climatico. Il Soundwalk Collective ha eseguito e esposto in una vasta gamma di istituzioni artistiche e musicali, come il Centre Pompidou, il CCB di Lisbona, documenta, il KW Institute of Contemporary Art, il Louvre Abu Dhabi, Manifesta, il Mobile Art Pavillion di Zaha Hadid, il TPMM di Tbilisi e la Volksbühne di Berlino.

Patti Smith
Patti Smith, nata a Chicago e cresciuta nel South Jersey, si trasferì a New York City nel 1967. I suoi ampi successi come performer, autrice, artista discografica e visiva sono riconosciuti a livello mondiale. Pubblicato nel 1975, il primo album di Smith, Horses, è stato inserito nel National Recording Registry della Library of Congress nel 2010 dal National Recording Preservation Board. I suoi album successivi includono Radio Ethiopia, Easter, che include Because the Night, co-scritta con Bruce Springsteen, Wave, Dream of Life, che include People Have the Power, co-scritta con il suo defunto marito Fred Sonic Smith, Gone Again, Peace and Noise, Gung Ho, Trampin’, Land, Twelve, Banga e Outside Society. È stata candidata quattro volte ai Grammy® e una volta al Golden Globe per la canzone Mercy Is, co-scritta con Lenny Kaye per il film Noah. Il documentario del 2008 di Steven Sebring, Patti Smith: Dream of Life, ha ricevuto una nomination agli Emmy. Patti Smith ha ricevuto il prestigioso National Book Award nel 2010 per il suo memoir best seller Just Kids, che racconta la sua profonda amicizia con il fotografo Robert Mapplethorpe e l'evoluzione del loro lavoro. Tra i suoi libri ci sono Witt, Babel, Woolgathering, The Coral Sea, Auguries of Innocence, Collected Lyrics, M Train, Devotion e Year of the Monkey.

Smith detiene l'onorificenza di "Commandeur des Arts et des Lettres" del Ministero della Cultura francese. Nel 2007 è stata inserita nella Rock and Roll Hall of Fame. È stata onorata dall'ASCAP con il Founders Award nel 2010, un riconoscimento per i successi di una vita, e ha ricevuto il Polar Music Prize della Svezia nel 2011, un riconoscimento internazionale per significativi successi nella musica. Nel 2013, Smith ha ricevuto la Katharine Hepburn Medal dal Bryn Mawr College, riconoscendo le donne le cui contribuzioni incarnano la determinazione e l'etica del lavoro della celebre attrice. Nel 2014, il Board of Trustees del Barnard College ha conferito a Patti Smith la loro Medal of Distinction. Nel 2016, ha ricevuto la Burke Medal for Outstanding Contribution to the Arts al Trinity College di Dublino. Le fotografie, i disegni e le installazioni di Smith sono stati esposti in gallerie e musei di tutto il mondo. Insieme alla sua mostra fotografica Higher Learning, Smith ha ricevuto la Laurea Magistrale honoris causa dall'Università di Parma e un dottorato onorario in Letteratura Euro-Americana dall'Università di Padova.

La sua famosa band include il chitarrista e autore Lenny Kaye, con cui collabora dal 1971, il batterista Jay Dee Daugherty dal 1975, Tony Shanahan al basso e tastiere dal 1996, e suo figlio, il chitarrista Jackson Smith, da oltre un decennio.

Attualmente, Smith scrive e si esibisce, prestando supporto a questioni di diritti umani e gruppi ambientali, principalmente Pathway to Paris, un'organizzazione non-profit co-fondata da sua figlia, Jesse Paris Smith, che offre soluzioni tangibili per combattere il cambiamento climatico. Nel maggio 2020, ha ricevuto il PEN Literary Service Award e un dottorato onorario dalla Columbia University. Il 21 maggio 2022, ha ricevuto la Legion d'Onore francese per il suo lavoro.